La tassazione delle Criptovalute è un argomento spinoso che nasce dalla mancanza di una regolamentazione normativa e di una disciplina che si occupi degli aspetti tributari legati alla moneta virtuale.
Attualmente si dibatte ancora sulla rappresentazione contabile delle criptovalute a bilancio tra coloro che le reputano valute estere ed altri che le considerano beni immateriali. Le diverse interpretazioni avrebbero riflessi completamente diversi in materia di tassazione, portando a considerazioni opposte. Resta quindi difficile optare in modo categorico per una soluzione interpretativa netta vista la multifunzionalità delle criptovalute e le incertezze che ruotano intorno alla materia.
La prima a tentare un percorso interpretativo strutturato, ritenendo le criptovalute equiparabili a valute estere, è stata l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 72/E/2016. L’equiparazione alla valuta estera si scontra però con la definizione per cui le criptovalute, ad oggi, non sono accostabili al concetto di moneta, innanzitutto perché non hanno corso legale ed ontologicamente sono da considerare aterritoriali.
L’eventuale qualificazione a bilancio delle criptovalute come beni immateriali, impostazione sostenuta con argomentazioni piuttosto convincenti soprattutto dall’IFRIC, o strumenti finanziari, imporrebbe di superare le posizioni assunte dall’Agenzia delle Entrate sostanzialmente in tutti i comparti impositivi, da quello delle imposte dirette, fino all’IVA e alle imposte di successione e donazione.
Nel mese di aprile 2022 il Parlamento Europeo ha pubblicato la propria proposta di risoluzione, 2021/2201 (INI), relativa all’impatto sulla tassazione delle nuove tecnologie di blockchain e criptovalute. La risoluzione evidenzia come il crescente utilizzo delle cripto-attività stia costringendo le amministrazioni fiscali ad adeguare le attuali pratiche fiscali all’interno del mercato unico al fine di regolamentare al meglio un’equa tassazione dell’economia digitale. Il raggiungimento dell’obiettivo richiederà una significativa cooperazione tra gli Stati membri per tassare, in maniera equa, trasparente ed efficace le cripto-attività, garantendo al tempo stesso una concorrenza leale tra gli operatori economici del settore dei servizi finanziari. Il Parlamento Europeo evidenzia come la definizione della base imponibile per le cripto-attività sia una delle questioni centrali per la politica fiscale, osservando come attualmente non esista una definizione standard di cripto-attività a livello internazionale.
Viste le incertezze che ruotano intorno alla materia è auspicabile urgentemente una disciplina che tratti gli aspetti tributari delle criptovalute così da fornire al contribuente, che sia esso persona fisica o giuridica, un’interpretazione corretta anche nell’ottica di un eventuale controllo ed accertamento dell’Agenzia delle Entrate.
A cura di Matteo Gianotti – Junior Partner Nexia Audirevi
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