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Audirevi TALKS (About Economy) 2.0 – Sviluppo della finanza alternativa per le PMI

Il termine finanza alternativa, fino a poco tempo fa, rimandava al private equity e venture capital, ovvero il finanziamento con capitale di rischio fornito da investitori professionali. Con la crisi di liquidità del 2008, l’utilizzo di strumenti di finanza alternativa ha visto la propria espansione, che è andata ad aumentare in modo significativo con l’avvento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e la crisi di liquidità che ne è conseguita.

Tali strumenti, oggi, presentano l’indubbio vantaggio di smobilizzare liquidità per le aziende in tempi più rapidi rispetto ai tempi necessari per l’ottenimento di liquidità da parte dei canali tradizionali (Banche, Factoring, ecc.), ma non solo.  Oltre ai minori tempi per l’ottenimento di liquidità, alcuni strumenti di finanza alternativa, come ad esempio il crowdfunding, consentono ai singoli investitori di finanziare startup innovative e piccole e medie imprese attraverso portali online autorizzati.

Gli strumenti di finanza alternativa vanno dai più tradizionali minibond, che consistono nel collocamento di titoli di debito come obbligazioni e cambiali finanziarie per importi fino a € 50 milioni, ai più innovativi ICOs, collocamento di token digital e in generale di crypto-asset su internet grazie alla tecnologia della blockchain.

Di seguito riportiamo una breve descrizione dei principali strumenti di finanza alternativa che è possibile utilizzare in Italia ed alcune considerazioni relative ai pro e contro di tali strumenti:

1) Invoice trading o anticipo fatture: si tratta di strumenti attivi su piattaforme fintech.  Attraverso questo strumento, le società possono effettuare una cessione pro soluto anche solo di una singola fattura attraverso l’utilizzo di una piattaforma. Pro: flessibilità, rapidità, riduzione dei rischi, assenza di costi fissi. Contro: costi per commissioni maggiori.

2) Equity crowdfunding: la possibilità da parte dell’impresa di raccogliere capitale su portali internet, nelle varie forme ammesse (reward, lending, equity). Pro: coinvolgimento della comunità, maggiore visibilità dell’azienda attraverso la campagna che viene lanciata per promuovere il finanziamento attraverso le piattaforme internet. Contro: principalmente per gli investitori in quanto l’equity potrebbe non essere rimborsato in caso di fallimento o crisi aziendale. In caso di investimento in start-up non è possibile riscuotere dividendi nei primi 4 anni.

3) Minibond: emissione di titoli di debito medio e lungo termine emessi dalle PMI e sottoscritti da operatori professionali. Pro: possibilità di fare provvista finanziaria attraverso canali alternativi rispetto al prestito bancario, avvicinamento dei mercati finanziari alle aziende minori ed allungamento della durata media del finanziamento: Contro: è richiesta una maggiore trasparenza dei dati finanziari forniti dall’azienda, predisposizione di report periodici.

4) ICOs (inizial coin offering): operazioni di raccolta online di capitali per finanziare lo sviluppo di un nuovo progetto in cambio di unità (token) di una speciale criptovaluta di un valore prestabilito. Pro: strumento innovativo e sicuro in quanto base la sua tecnologia su quella della Blockchain. Contro: regolamentazione.

A cura di Loredana Galasso – Senior Manager Nexia Audirevi

 

 

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